Festa della liberazione
Pubblicato il 28 aprile 2025 • Comune
Cambiago, 25 aprile 2025
Ritrovarsi ogni 25 Aprile, fare memoria insieme è un gesto politico.
È riconoscersi nei valori che hanno dato vita e sono iscritti nella nostra Costituzione.
Oggi, Cambiago, come ogni 25 Aprile, ricorda e rende onore a coloro che 80 anni fa persero la vita nella lotta di Liberazione.
Alberto Gabellini, comandante Walter, fucilato per rappresaglia dai soldati tedeschi il 9 marzo 1945. Ogni anno lo ricordiamo come il Comandante partigiano dei sette martiri di Pessano.
Angelo Comotti, perse la vita a Torbole sul Garda il 30 aprile 1945 durante i combattimenti dell’esercito tedesco in ritirata.
Pietro Mussini, caduto in un’azione partigiana contro un reparto tedesco sulla strada tra Cambiago e Gessate il 26 aprile 1945.
E poi ricordiamo Rita, Rita Caprotti, staffetta partigiana, classe 1924, che molti di noi hanno conosciuto, e che nella sua lunga vita è stata una testimone preziosa di quel tempo.
Un anno importante questo 2025, ottant’anni dalla Liberazione, ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. Possiamo dire che il 25 Aprile è di tutti, ma non possiamo dimenticare che c’era una parte giusta e una sbagliata. Donne e uomini, che in un tempo di guerra, non sono rimasti indifferenti. Hanno deciso di reagire, affrontando il carcere, il confino, partecipando alla Resistenza, combattendo e morendo per la libertà.
Ottant’anni di pace per il nostro Paese e per l’Europa. Le lotte e il sacrificio delle generazioni che ci hanno preceduto, ci sembrano lontani in questo “ tempo fuori dai cardini”, che precipita paesi e popoli a noi vicini in guerre assurde e ingiuste; che sembra non conoscere la Diplomazia, luogo indispensabile per dirimere guerre e conflitti di ogni tempo; che non conosce le parole necessarie.
E l’America , con il suo linguaggio che deraglia dai binari della Democrazia, in spregio al diritto internazionale. La gestione del mondo solo con il denaro e la tecnologia non ci sta portando lontano. E per l’Europa è l’ora della responsabilità. La sua storia, la sua grande tradizione umanistica, il suo progetto originario, quale spazio e luogo di democrazia, così come indicato dal Manifesto di Ventotene, sono un bagaglio prezioso, ma il nostro tempo è segnato da un senso di estraneità rispetto alla politica.
Quel documento, partito da una piccola isola del mediterraneo, è considerato uno dei testi fondanti dell’Unione europea; così attuale e in anticipo sui tempi con la sua utopia del federalismo è stato difeso strenuamente dal nostro Presidente della Repubblica, che ha testimoniato con chiarezza l’importanza del Manifesto, Per un Europa libera e Unita, riconosciuto da tutta la comunità europea quale simbolo identitario.
Il presidente Mattarella è, per il nostro Paese e non solo, un punto di riferimento. I suoi frequenti richiami alla Costituzione, alla cultura del rispetto dei Trattati e delle Corti costituzionali; la sua preoccupazione per il “consolidamento delle istituzioni democratiche”, il suo invito a prendersi cura della Democrazia; il suo essere presente in ogni situazione tra la gente e per la gente, lo rende prezioso e insostituibile esempio.
Oggi, vogliamo anche ricordare e rendere omaggio a papa Francesco, colui che ha fatto della resistenza contro le ingiustizie del mondo, contro l’indecenza della guerra, contro le ferite del creato, la battaglia di una vita intera.
Con profonda gratitudine, rendiamo omaggio a questo Pastore della Chiesa cattolica, venuto dalla fine del mondo, che, da Roma e a Roma, ha abitato le periferie del mondo.
Viva l’Italia, viva l’Italia antifascista
Maria Grazia Mangiagalli
Sindaca